Arricchimento ambientale, Conoscere il gatto, Interagire nel modo corretto, Operatore Certificato

Gatti durante la quarantena

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Cosa stanno provando i gatti durante la quarantena?

Il periodo che stiamo vivendo è veramente difficile per tutti, l’isolamento sociale e la lontananza dai nostri cari e dagli amici sta esasperando ancora di più questa situazione già di suo molto complicata. Igatti si potrebbero trovare quindi a risentire di questa quarantena forzata. La nostra presenza costante in casa potrebbe essere per loro una fonte di stress non indifferente. Ho deciso pertanto di scrivere un articolo su questo argomento a seguito anche delle domande che mi state facendo.

Di seguito riporto alcuni consigli utili per sostenere i gatti durante la quarantena:

  • cercate di mantenere la routine del gatto (ad es. gli orari del cibo, i momenti di riposo/sonno,…); il gatto è un animale abitudinario, è bene che le sue giornate mantengano la solita routine.

  • il gatto è un animale empatico, sente i nostri stati emotivi, per questo è importante che continuiamo ad essere dei punti di riferimento positivi.

  • sfruttate questo momento per fare giochi sociali con micio usando degli oggetti e mai parti del corpo umano (mani e piedi). Potete cimentarvi anche nel realizzare dei nuovi giochi, ad es. un semplice nastro mosso in modo stimolante può diventare un gioco divertente da predare. Giocare con micio: rafforza il legame sociale, stimola l’attività fisica, permette di scaricare lo stress in modo produttivo per micio ed ha un effetto benefico e rilassante anche sull’uomo. E’ importante però non forzare micio a giocare a tutti i costi, provate ad attirare la sua attenzione con un giochino ed aspettate poi la sua reazione.

  • sfruttate questo periodo per proporre al gatto giochi di problem solving. Potete farne uno utilizzando ad es. una bottiglietta di plastica, sulla quale avrete fatto uno o due fori abbastanza grandi per far uscire gli snack gustosi riposti al suo interno; micio si divertirà nel cercare di far uscire la preda/premietto.

  • sfruttate questo momento per aumentare l’arricchimento ambientale e rendere la casa a misura di gatto anche in altezza, ampliando così la percezione del territorio di micio, ad es. tramite delle mensole potrete permettere l’accesso sui mobili alti.

  • provate a coinvolgere i bambini nella gestione giornaliera del gatto; potete proporre ai bambini delle attività da fare, come ad es. realizzare una cuccia di carta o un giochino da regalare al micio ( per l’approfondimento sull’argomento potete leggere anche “Gatti e Bambini” )

Se state lavorando da casa:

  • può essere una buona abitudine fare una breve sessione di gioco con micio prima di iniziare il lavoro. Potete tenere a disposizione dei giochini da lanciargli, per distrarlo e per dirottare la sua attenzione verso qualcosa di produttivo, ossia inseguire la preda/giochino.

Per altre informazioni/curiosità non esitate a contattarmi.

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Gatti e dolore fisico: come riconoscere alcuni segnali

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E’ importante monitorare lo stato di salute del proprio gatto, perché non è facile capire se micio ha problemi fisici e se pertanto prova dolore;  i segnali di dolore possono essere molto sottili da riconoscere.

I gatti sono maestri nel mascherare il proprio disagio fisico, è un loro istinto di sopravvivenza e per natura quindi cercano sempre di nascondere qualsiasi debolezza, dolore compreso.

Ecco alcuni segnali che possono essere di aiuto per riconoscere il dolore fisico nei gatti:

– se ci sono dei cambiamenti nel suo solito comportamento (ad es. un gatto con un’indole mite diventa improvvisamente scostante e/o aggressivo)

– se ci sono dei cambiamenti nelle sue abitudini

– se ci sono delle alterazioni nella sua respirazione (ad es più rapida del normale),

– se ci sono dei cambiamenti nel suo aspetto generale (ad es. parti del corpo con gonfiori),

– se ci sono dei cambiamenti negli occhi (ad es. la comparsa di occhi strabici può a volte essere indice di dolore)

– se ci sono dei cambiamenti nella sua mobilità (ad es. andatura più lenta, riduzione dei salti)

– se ci sono dei cambiamenti nell’appetito e/o nella sete

– se ci sono dei cambiamenti nelle sue ore di sonno/riposo e/o la diminuzione dell’attività di gioco (ad es. un gatto attivo diventa improvvisamente pigro/apatico)

– se ci sono dei cambiamenti nella sua attività di pulizia quotidiana

– se ci sono dei cambiamenti nell’uso della lettiera e/o nella quantità dei suoi bisogni fisici giornalieri.

Se si nota una o più di  questi segnali è importante portare subito il gatto dal veterinario per farlo visitare. Non bisogna mai somministrare medicine di propria iniziativa.

In presenza di dolore micio può aumentare la quantità delle fusa, perché attraverso le fusa cerca di alleviare il suo stato di salute e di auto-curarsi.

Ci sono molte condizioni fisiche che provocano sofferenza nel gatto e che spesso non vengono riconosciute dagli umani di riferimento, semplicemente perché micio per natura soffre in silenzio. Se si ha una profonda conoscenza del proprio gatto, sarà più facile notare i suoi cambiamenti.

Per altre informazioni/curiosità non esitate a contattarmi.

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Gatti e Bambini

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Vivere con individui di altre specie (nel nostro caso con il gatto) permette di sviluppare l’empatia e la tolleranza verso il “diverso”, a volte però l’interazione tra gatti e bambini può risultare difficile, semplicemente perché l’irruenza nell’approccio, tipica dei bambini, potrebbe infatti spaventare micio.

E’ fondamentale che venga mostrato al bambino il giusto comportamento da adottare. I bambini sono intelligenti ed apprendono molto velocemente.

Quando i bambini sono piccoli bisogna prestare maggiore attenzione, perché potrebbero involontariamente far male al micio attraverso il contatto od il gioco. E’ bene far capire ad es. che:

– quando il gatto dorme non va svegliato,

– va accarezzato in modo delicato e solo quando è micio a chiederlo.

E’ importante anche allestire la casa sfruttando le altezze, sia perché il gatto ha bisogno di poter vivere il territorio in verticale e sia per potersi sentire libero di scegliere di stare insieme alla famiglia, senza però essere infastidito. Se il bambino è eccitato dalla presenza del micio, per calmarlo basta spostare la sua attenzione verso qualcosa da fare, ad es. realizzare con il cartone una casetta/cuccia da donare al gatto.

Per creare una bella e sana relazione è bene puntare su questi aspetti:

– il rispetto verso il gatto (e verso tutte le creature); micio non è un giocattolo ma è un membro della famiglia a tutti gli effetti

– il gioco con la supervisione del genitore; mostrare quindi come fare ed utilizzare giochi tranquilli, che permettano di mantenere una certa distanza, il bambino infatti si potrebbe spaventare vedendo micio saltare.

– il giusto contatto fisico; far capire che micio non va preso forzatamente in braccio, che le carezze non vanno imposte, ma fatte solo quando il gatto ne ha voglia ed il tocco deve essere delicato. Per questo è importante la supervisione del genitore.

– far partecipare il bambino nella gestione e cura del gatto; spiegare cosa si sta facendo (es. il momento del pasto di micio) per coinvolgerlo e far capire l’importanza che hanno queste attività.

Per altre informazioni sull’interazione tra gatti e bambini non esitate a contattarmi.

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La vecchiaia nel gatto

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Il gatto selvatico vive in media 5-6 anni e quindi non arriva fino all’età della vecchiaia. Questa fase di vita è tipica del gatto domestico, che può vivere circa 12-15 anni (a volte anche oltre i 20 anni).

A partire dai 10 anni c’è la possibilità che il micio inizi ad avere segnali e comportamenti legati appunto alla vecchiaia.

La vista e l’udito possono diminuire gradualmente, può essere soggetto ad artrosi ed avere quindi problemi con le ossa e le articolazioni, le fibre muscolari possono iniziare a diminuire e le cellule nervose a morire. Il gatto anziano potrebbe provare dolore/disagio fisico nel fare alcuni movimenti, ad es. avere difficoltà a saltare/scendere, arrampicarsi, lavarsi, ecc..

Con l’insorgere della vecchiaia nel gatto possono diminuire le sue capacità cognitive ossia l’apprendimento, la memoria, l’attenzione, le abilità di movimento nell’ambiente.

Il gatto potrebbe soffrire quindi di senilità o demenza senile proprio come succede agli esseri umani.

Alcuni segnali di senilità possono essere:

-disorientamento spaziale, ossia confusione sul luogo in cui si trova; è spaesato nel suo ambiente e non riesce più ad orientarsi

-disorientamento temporale, confusione sul momento della giornata

-cambiamenti del ciclo sonno-veglia

-aumento dei bisogni in giro e diminuzione quindi dell’uso della lettiera

-cambiamento nelle interazioni con i membri della famiglia (aumento dell’aggressività o della ricerca/attaccamento)

-cambiamento nel rapporto con il cibo con il relativo aumento o diminuzione dell’appetito

-diminuzione della pulizia

-cambiamento nel suo comportamento generale

-cambiamento nell’apprendimento e nella memoria

-miagolio eccessivo ed inappropriato

Se sono presenti alcuni di questi segnali è bene portare il gatto dal veterinario per valutare le sue condizioni di salute.

La senilità non può essere curata in quanto è fisiologica, ossia tipica della vecchiaia; si può però migliorare la vita del micio e rallentare lo sviluppo di alcuni effetti tramite ad. es una dieta adatta ed integratori mirati.

Il gatto anziano va stimolato nel modo giusto, va fatto un arricchimento ambientale adeguato alla sua condizione, ad es. va limitata l’ampiezza dei salti ed inserite delle rampette per permettere di arrivare alle postazioni elevate in modo più facile. Le modifiche all’ambiente vanno introdotte gradualmente per non destabilizzare il micio. E’ importante anche proporre giochi ed attività di problem solving per stimolarne il ragionamento.

La stimolazione mentale ( l’arricchimento ambientale, i giochi ed il problem solving) ha la funzione di aumentare la crescita e la sopravvivenza delle cellule nervose nel cervello ed aumentare le funzioni cognitive.

Dei piccoli accorgimenti da adottare per migliorare la vita del gatto anziano possono essere:

-evitare di mettere le ciotole di cibo ed acqua in postazioni alte e/o difficilmente raggiungibili

-prendere l’abitudine di aprire/chiudere la porta per permettere al gatto di uscire/entrare in casa, il micio anziano può trovare difficoltà ad usare la gattaiola

-evitare di introdurre in casa un nuovo animale, perché sarebbe fonte di stress elevato.

-mettergli a disposizioni delle postazioni tranquille ed appartate dove poter dormire e riposare

– permettere al micio anziano di poter dormire nella stessa stanza del suo umano durante la notte, perché la sua vicinanza ha un effetto rassicurante

-aumentare la presenza di lettiere prevedendo anche alcune con bordi bassi per facilitare l’entrata/uscita

-tenerlo al caldo, perché il gatto anziano può perdere nel tempo la capacità di regolare la sua temperatura corporea

-lasciare sparsi in casa panni con l’odore dell’umano di riferimento, perché diventano dei punti di riferimento

Il gatto anziano ha bisogno di certezze e di stabilità, è molto importante per lui l’umano di riferimento, in quanto la sua voce e la sua presenza riescono a tranquillizzare il micio in un momento di disorientamento e confusione.

Non tutti i gatti anziani soffrono di demenza senile, alcuni infatti nonostante l’avanzare della vecchiaia mantengono l’agilità fisica e la capacità mentale.

E’ molto importante stimolare nel modo giusto il gatto durante tutta la sua vita per mantenere in esercizio sia il fisico e sia la mente.

Per altre informazioni sulla vecchiaia nel gatto non esitate a contattarmi.

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Il gatto e le carezze

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Il gatto deve poter decidere quando essere accarezzato e va rispettata  questa sua scelta. In questo articolo voglio approfondire quindi il rapporto tra il gatto e le carezze.

Ci sono gatti che amano l’interazione tramite le coccole ed altri invece tramite ad es. il gioco.

Non bisogna mai imporre al micio un contatto fisico forzato.

A nessun essere vivente piace essere toccato senza consenso e perché dovrebbe piacere proprio al gatto?

Se non conosciamo il micio, bisogna permettergli di prendere prima confidenza con il nostro odore, allungando ad es. un dito verso di lui. Il gatto in questo caso potrà adottare i seguenti comportamenti:

-allontanarsi

-sedersi ad una certa distanza da noi per evitare di essere toccato

-annusare il dito ma comunque cercare la distanza

-annusare il dito e strusciarsi su di lui

Solo nell’ultimo caso il gatto sta acconsentendo alla carezza.

Ma con il gatto che invece conosciamo la questione è diversa, perché può essere lo stesso micio ad avvicinarsi per richiedere le carezze, a strusciarsi su di noi.

Qualche gatto nel cercare le carezze miagola anche.

Se il contatto diventa troppo insistente il micio cercherà di esprimere questo suo disagio, ossia si potrà allontanare ed allora il messaggio che sta dando sarà molto chiaro; altre volte invece il messaggio può essere più sottile e questo genera spesso dei fraintendimenti o incomprensioni tra gatto ed umano.

Ecco alcuni segnali che il gatto può usare per dimostrare fastidio:

-miagolio diverso dalle fusa

-orecchie posizionate leggermente appiattite ed all’indietro

-movimento della coda

-spasmi della pelle

-artigli fuori

-zampa alzata

-sguardo verso la mano

Se nonostante questi segnali si continuerà ad accarezzare il micio, allora ne potrà seguire il graffio od il morso.

Il gatto deve poter scegliere quando essere toccato, dove e per quanto tempo.

Se iniziamo a fare attenzione a questi particolari micio si sentirà rispettato ed allora capirà che non avrà più bisogno del morso o del graffio per fermare il contatto.

Accarezzare il micio solo con il suo consenso creerà le basi per una relazione fondata appunto sul rispetto e la fiducia reciproca.

Per altre informazioni non esitate a contattarmi.

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Il gatto e le emozioni

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Il gatto prova emozioni?

Nel momento in cui si valutano le emozioni del gatto un errore, che viene fatto molto comunemente, è quello di riversare sentimenti umani attribuendoli all’animale. I gatti provano emozioni ma le vivono e le esprimono in modo diverso; alcune emozioni sono simili alle nostre, mentre altre sono diverse, ad es. il dolore ed il lutto sono emozioni provate da tutti gli esseri viventi, può variare l’intensità vissuta dal singolo (come succede anche nell’uomo), ma di base sono sentimenti che tutti provano.

E’ importante cercare di entrare in empatia e quindi sentire nel vero senso della parola le emozioni del micio. Non bisogna mai attribuire sentimenti umani su un individuo non umano, ma cercare di riconoscere le sue emozioni nel modo corretto. Le emozioni del gatto si sono evolute nel tempo per adattarsi a situazioni molto diverse rispetto appunto a quelle umane.

L’emozione dipende dall’umore e dalla personalità. E’ una reazione personale, soggettiva e unica. L’evento che ha generato una forte emozione tende ad essere ricordato.

L’emozione dura soltanto qualche secondo/minuto, oltre tale periodo si parla di cambiamento dell’umore. L’emozione provoca un’espressione corporea automatica, non controllata e delle reazioni fisiologiche (mimica facciale, altezza del corpo, postura, movimento della coda, ecc..).

L’umore (timia) è uno stato emotivo di base.

L’umore ha la capacità di influenzare le emozioni, le cognizioni, le percezioni, i comportamenti e le reazioni. Gli umori si possono classificare in 3 categorie in base alla loro durata:

-quelli legati alla personalità (temperamento)

-quelli legati all’organismo ad es. fisiologici (timore, ansia, irritabilità, ecc..) o patologici (come depressione)

-quelli di breve durata, da alcuni minuti ad alcuni giorni (come le emozioni/sensazioni prolungate dovuti ad eventi esterni).

Le emozioni possono essere istintive o come conseguenza dello sviluppo delle relazioni sociali.

Il gatto possiede una serie di emozioni che lo aiutano ad adattarsi ed a sopravvivere, ma gli servono anche a creare legami tra gli essere viventi (umani e non).

Le emozioni possono essere:

  • primarie ossia fondamentali, semplici, impulsive e legate alla sopravvivenza ed al mantenimento del suo stato di equilibrio. Sono facilmente visibili e riconoscibili. Tra le emozioni fondamentali ci sono: sorpresa, paura, rabbia, gioia, tristezza e disgusto.
  • secondarie che nascono a seguito di determinate risposte e sono pertanto più flessibili, sono subordinate a delle cognizioni e sono di conseguenza delle sensazioni. Tra le emozioni secondarie ci sono: stress, depressione, euforia.

Le emozioni di base (paura, disgusto, rabbia,..) provocano quindi dei cambiamenti chimici nel corpo in risposta ad uno stimolo; le emozioni però non sono solo indotte dai cambiamenti fisiologici ma anche da una componente mentale coinvolta.

Il gatto prova emozioni ed è empatico, sa cogliere le espressioni più piccole e sottili di ogni individuo (umano e non) ed è sensibile all’umore altrui; tenderà quindi a comportarsi in modo diverso:- se l’umano è sorridente, si avvicinerà- se è preoccupato, si allontanerà.Il gatto è in grado di interpretare la comunicazione non verbale, di cogliere le sfumature espressive, di riconoscere gesti ed espressioni, di imparare a conoscere con il tempo tutti i membri della famiglia in tutte le loro sfaccettature ed a valutare la risposta adeguata alla situazione. L’affetto che il gatto prova, si manifesta tramite lo strusciarsi, il “fare la pasta”, il chiedere le carezze. Spesso ci sono delle incomprensioni tra uomo e gatto, che sono dovute all’errata interpretazione di alcune azioni e sentimenti. Le emozioni del gatto vanno interpretate nel modo corretto, bisogna cercare di mettere da parte i propri sentimenti per accogliere quelli del micio, non sempre è facile, ma se alla base c’è il desiderio di rendere felice e sereno il proprio gatto si riuscirà a sviluppare nel tempo l’empatia.

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Il Trasportino

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Il trasportino è uno strumento utile per spostare in sicurezza il micio in determinate occasioni, come ad es. in caso di viaggi o per andare dal veterinario.

In commercio ne esistono di tanti tipi (forme, dimensioni e materiali diversi).

E’ una buona abitudine pulirlo dopo essere stato usato fuori casa. Non tutti i gatti hanno un buon rapporto con il trasportino.

Per abituare micio la prima cosa da fare è rendere il trasportino sempre disponibile all’interno della casa. Bisogna posizionarlo in una zona tranquilla e mettere al suo interno un cuscino o una copertina, che il gatto solitamente usa.

All’inizio micio sarà titubante e sospettoso, ma sarà un atteggiamento normale essendo abituato a vederlo solo in alcune occasioni (es. per andare dal veterinario). Provate a giocare nei pressi del trasportino ed a metterci dentro del cibo gustoso ed alcuni giochi.

Trascorsi alcuni giorni, durante i quali il gatto si sarà abituato alla sua presenza, si potrà iniziare a socchiudere leggermente lo sportello del trasportino mentre micio sarà dentro.  Lo step successivo sarà tenerlo chiuso al suo interno per qualche secondo. Fate passare qualche giorno tra uno step e l’altro per non stressare troppo il gatto.

Bisogna cercare di:

-rendere questa esperienza più piacevole possibile sia attraverso il gioco e sia attraverso dei premietti/snack gustosi

-mantenere un atteggiamento tranquillo e rilassato mentre si fanno queste attività.

Quando micio ormai si sarà abituato a stare per alcuni minuti chiuso al suo interno, potrete passare a fargli vivere la sensazione del trasporto:

– prima all’interno della casa,

– poi dopo qualche giorno fino al pianerottolo/androne del palazzo,

– poi fino alla macchina,

– step finale un giro in auto (prima per il quartiere poi man mano per una distanza sempre più lunga).

I giorni da far passare tra uno step e l’altro potranno essere variabili, dipenderà infatti dalla reazione del gatto. Abituare micio al trasportino potrebbe volerci un po’ di tempo, ma è molto importante procedere in modo graduale. Ci sono gatti più intraprendenti, altri più timorosi ed insicuri.

La cosa importante è rispettare sempre la singolarità di ogni micio.

Per altre informazioni non esitate a contattarmi.

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I gatti e la disabilità

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Alcuni gatti possono nascere già con la disabilità, altri invece possono diventarlo nel corso della loro vita a seguito di incidenti, di malattia o di vecchiaia.

Ci possono essere gatti:

–  con 2 o 3 zampe,

–  ciechi,

–  sordi,

–  sordo-ciechi,

–  affetti da spasmi muscolari (con problemi di coordinazione e tremore muscolare),

–  con ipoplasia radiale (con gli arti anteriori gravemente paralizzati e le singole dita delle zampe che vanno in direzioni differenti).

I gatti hanno una grandissima capacità di adattarsi e di reagire alla loro condizione disabile. Con il tempo riescono istintivamente a sviluppare le parti del corpo (ad. es le zampe) e del cervello (i sensi rimasti) per sopperire al senso/arto mancante, imparando a valutare alternative possibili nel fare determinate attività.

Quando la perdita di un senso (vista, udito) è graduale, ad es. dovuto all’avanzare degli anni, il gatto riesce a compensare ed a fronteggiare man mano questo suo nuovo stato. Spesso i padroni non si accorgono della sua sopraggiunta disabilità.

Un gatto nato con la disabilità vive e considera la sua situazione in modo diverso, in quanto per lui è la normalità, non si vedrà infatti come un gatto “diverso”. Il gattino, crescendo, imparerà a fare tutto in modo autonomo.

Un gatto che ha vissuto l’insorgere della disabilità a seguito di incidenti o malattia, riuscirà ad adattarsi in modo sorprendente ed a far fronte a questa sua nuova condizione. Sarà necessario però un lasso di tempo per “accettare” la sua nuova situazione, per comprendere i suoi nuovi limiti e regolarsi di conseguenza. Il tempo per acquistare una propria indipendenza sarà variabile, in quanto l’età del gatto influirà molto sul recupero.

Un gatto disabile potrà vivere la sua “vita da gatto” in tutta serenità; l’umano di riferimento dovrà però adottare, a seconda della disabilità, mirati accorgimenti sia nel territorio del micio (casa/appartamento) e sia nel suo comportamento con il micio (interazioni), per permettere al gatto di svolgere le sue attività quotidiane.

Il gatto disabile deve poter fare esperienze nella sua nuova condizione, senza che i membri umani della famiglia intervengano subito, per paura che si faccia male, ma solo se veramente necessario (ossia in caso di pericolo). Il gatto nella fase di transizione avrà bisogno di poter sbagliare per comprendere i suoi nuovi limiti.

Per altre informazioni o domande sull’argomento “I gatti e la disabilità” non esitare a contattarmi.

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Il Mistero delle Fusa

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In questo articolo voglio dare qualche informazione sul mistero delle fusa.

Attraverso le fusa il gatto sta comunicando, ossia sta condividendo la situazione emotiva che sta vivendo.

Cosa sono le fusa?

Le fusa sono un suono dato dalla vibrazione dei muscoli della laringe. La loro produzione è regolata dalla parte del cervello situata molto vicino all’ipotalamo (che o “gestisce” le emozioni).

Il gatto fa le fusa in tanti momenti diversi:

– ad es. quando viene coccolato ed allora esprime relax e piacere.

– se sta vivendo un’esperienza stressante (dal veterinario, durante il parto, quando sta per morire) ed allora attraverso le fusa cerca di calmarsi e di abbassare il livello di stress provato.

– quando non si sente bene ed allora attraverso le fusa cerca di auto-curarsi o di alleviare la sua condizione (ciò non toglie che bisogna sempre rivolgersi al veterinario per curare il micio). La frequenza delle fusa varia tra i 25 ed i 150 hz. Le fusa infatti vengono fatte con vibrazioni diverse secondo le esigenze; riescono ad es. ad accelerare la guarigione di alcuni piccoli problemi ossei (vibrazioni di 25 o 50 hz), a ridurre alcuni dolori più lievi (vibrazione tra i 50 ed i 150 hz) e curare alcune piccole lesioni ai tendini (vibrazioni di 120 hz).

– per condividere momenti positivi, tipo quando mangiano (può capitare con alcuni gatti ad es. quelli randagi) o quando mamma gatta allatta i suoi cuccioli.

I gatti fanno le fuse non solo per se stessi, ma possono farle anche rivolte ad altri individui ad es. verso:

–  un membro della famiglia che sta poco bene,

–  il pancione dell’umana di riferimento incinta quando il bimbo inizia a scalciare agitato ed allora pian piano il feto sentendo le fusa inizierà a calmarsi.

I cuccioli tendono a fare le fusa in modo molto rumoroso (molti cuccioli fanno le fusa prima di addormentarsi per conciliare il sonno), man mano che crescono invece imparano a dosare il loro “volume”.

L’unico momento in cui il gatto non fa le fusa è quando dorme.

Le fusa quindi hanno proprietà comunicative, calmanti e curative, vengono fatte per ristabilire il loro benessere psico-fisico, ma hanno anche un effetto molto positivo sugli altri membri della famiglia (umani e non).

Ecco quindi svelato il mistero delle fusa, per altre informazioni/curiosità non esitate a contattarmi.

Arricchimento ambientale, Interagire nel modo corretto, Problematiche legate al comportamento

Riposare e dormire

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Riposare e dormire sono bisogni molto importanti, che vanno rispettati. Quando un gatto riposa o dorme non va disturbato ma va lasciato tranquillo, finché non sarà lui a svegliarsi e cercare l’interazione.

Dormire ha un effetto benefico sulla mente e sul corpo, in modo particolare nei cuccioli e nei gatti anziani.

Il cucciolo con il sonno fissa nel suo cervello tutte le informazioni, che avrà “immagazzinato” durante le ore sveglie. Il cucciolo può arrivare a dormire fino a 20 ore o più al giorno, mentre un gatto adulto dorme/riposa in media circa 16-18 ore al giorno.

Il gatto dorme maggiormente nelle ore diurne, perché etologicamente il crepuscolo e la notte sono destinati alla caccia.

Micio quando dorme/riposa è vulnerabile, per questo sceglie postazioni in alto o comunque nascoste.

E’ bene mettere a sua disposizione delle cucce sopra mensole o mobili e con delle copertine con il suo odore, così facendo si permette al gatto di scegliere il posto dove si sente più sicuro.

L’abitudine a “disturbarlo” mentre riposa/dorme:

  • gli provoca nel tempo problemi fisici e psicologici (lo rende nervoso, insicuro, pauroso, mentre nel cucciolo può sviluppare iperattività o ipoattività)
  • va a minare il rapporto di fiducia verso il suo umano e verso l’ambiente in cui vive.

Prendete l’abitudine di “regalare” al gatto degli indumenti vecchi da mettere nelle cucce (meglio se questi indumenti sono stati prima indossati da voi!). Saranno dei regali molto apprezzati dal micio.

Per altre informazioni/curiosità su “Riposare e dormire” non esitate a contattarmi.